ven 23 luglio 2021

Intervento del Ministro Orlando alla presentazione del rapporto INAIL 2020, si riportano alcuni punti importanti

Il 2020 è stato un anno particolare per la sicurezza. E l’andamento registrato dall’INAIL conferma il forte condizionamento della pandemia; sia in positivo sia in negativo: abbiamo registrato meno infortuni (- 11,4%), ma al tempo stesso più morti professionali (+ 27%).
…C’è tuttavia una significativa e preoccupante recrudescenza dei morti sul lavoro che è sotto gli occhi di tutti. Ce lo segnala purtroppo la cronaca quotidiana.
Una crescita che appare conseguenza del calo delle ispezioni, dei controlli, delle risorse dedicate alla sicurezza sul lavoro.
Certamente ci sono state condizioni eccezionali, ma non sono ora tollerabili ulteriori sviste e cali di attenzione: perché, la sicurezza va garantita sempre, anche e soprattutto in condizioni sanitarie critiche…
…Questa correlazione tra lavoro e virus; questa circolarità tra sicurezza sul lavoro e salute collettiva dimostra come salute, ambiente, lavoro, siano fortemente correlati, collocati sullo stesso piano: beni universali di cui è sempre più difficile stabilirne i confini.
Lo abbiamo visto con i protocolli in materia covid che hanno consentito di far ripartire le attività e per i quali il contributo dell’INAIL è stato determinante.
…Non possiamo tollerare nessuna idea di scarto; tanto meno in un momento in cui infortuni e malattie professionali sono cresciuti con un trend che sembra ancora non volersi arrestare; con un tasso di irregolarità delle imprese che è sempre in aumento, attestandosi secondo il rapporto all’86,57% di quelle ispezionate.
…Noi pensiamo di intervenire con alcune misure urgenti, mirate, efficaci che possano arrestare la tendenza in atto, aumentando il livello di legalità e di generale protezione nel rapporto di lavoro.
In questa direzione va il rafforzamento del ruolo e delle dotazioni organiche dell’Ispettorato nazionale del lavoro con l’assunzione di nuovi ispettori. Analoghe misure dovranno riguardare anche i servizi ispettivi delle ASL; occorre reintegrare il personale perduto negli ultimi anni e definire gli standard di fabbisogno di personale. Promuovere forme efficaci di programmazione e un maggiore coordinamento dell’attività tra i diversi soggetti competenti in modo da garantire continuità ed effettività al controllo nei luoghi di lavoro.
Nella stessa direzione va il potenziamento delle misure sospensive e interdittive.
Stiamo elaborando un nuovo strumento operativo in capo agli organi di vigilanza rivolto alle imprese che tenga conto, ove presente, del modello di organizzazione e gestione della sicurezza previsto dal d. lgs. 231 del 2001, per un intervento diretto, urgente e risolutivo in materia di tutela della sicurezza del lavoro, del contrasto al lavoro irregolare e allo sfruttamento, mediante un controllo sulle imprese che si trovino in particolari condizioni di illegalità.
La formazione costituisce un indispensabile strumento culturale di prevenzione perché coinvolge e responsabilizza lo stesso lavoratore rispetto ai pericoli insiti nella sua attività. Sono attualmente in vigore 7 Accordi Stato-Regioni, in molte parti similari, ma con differenze interpretative ed organizzative che favoriscono incertezze. Queste criticità hanno favorito il proliferare di proposte formative non adeguate, con soggetti formatori non qualificati, casi di mercato parallelo di adempimenti formali e addirittura vendita di attestati falsi, svilendo questa fondamentale misura di prevenzione. Il sistema della formazione in salute e sicurezza sul lavoro va quindi migliorato, in un’ottica di semplificazione e sistematizzazione, che consenta di unificare e armonizzare gli accordi in materia.
Il tema della qualificazione riguarda anche le imprese e costituisce uno dei nodi irrisolti della tematica della sicurezza sul lavoro. Balza agli occhi la mancanza della previsione di una formazione di base anche per i soggetti sui quali grava la più rilevante posizione di garanzia, vale a dire i datori di lavoro. Essi sono attualmente obbligati a formarsi esclusivamente nelle ipotesi in cui intendano svolgere le funzioni di Responsabile del servizio di prevenzione e protezione.
Occorre pertanto che, nell’ambito della definizione dei requisiti minimi di qualificazione delle imprese, venga presa in attenta considerazione anche la formazione alla sicurezza del datore di lavoro.
… L’obiettivo è dunque introdurre a livello nazionale un sistema di verifica, per concorrere, partendo proprio dal settore dell’edilizia, a realizzare un’azione di contrasto dei fenomeni di dumping contrattuale, promuovendo l’emersione del
lavoro irregolare e assicurando un’effettiva tutela dei lavoratori, sia sotto il profilo retributivo che per gli aspetti connessi a salute e sicurezza.
la sicurezza è un investimento

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